L’idea delle vacche che pascolano in vaste distese di erba verde è un sogno che dilaga tra la maggior parte dei consumatori.
Ma oltre al sogno è utile tener presente che i foraggi verdi rappresentano la naturale alimentazione per le bovine fin dalle origini.
L’alimentazione esclusivamente costituita da foraggi verdi, ad oggi, non sarebbe possibile, in quanto non permetterebbe di raggiungere gli standard produttivi espressi dalle moderne genetiche bovine, in termini di quantità; ed inoltre le superfici agricole e le condizioni metereologiche limiterebbero la disponibilità di alimento a brevi periodi durante l’anno.
Per avere un approvvigionamento di foraggi durante tutto l’anno si adoperano diversi sistemi di fienagione e insilamento, ma quali perdite si hanno rispetto al foraggio fresco?
PUNTO DI PARTENZA: L’ERBA VERDE
L’erba verde è caratterizzata da:
- Basso contenuto in ADF e NDF
- Alto contenuto in zuccheri
- Alto contenuto in acqua
- Alto contenuto in acidi organici
- Elevata appetibilità
- Proteina solubile/degradabile
Caratteristiche che vengono in parte perse con i processi di insilamento e fienagione, i quali comportano una perdita di acqua al fine di garantire una stabilità duratura nel tempo del prodotto, ma al tempo stesso comportano anche cambiamenti nella composizione chimica, perdita di componenti volatili, quali gli acidi organici, cambiamenti nella struttura, nel contenuto in carboidrati e sul contenuto in ADF e NDF, come possiamo vedere nelle tabelle sottostanti.
Tabella 1. Variazione del contenuto in ADF e NDF in foraggi sottoposti a processi di insilamento e fienagione (Mancinelli, 2019; Cevolani, et al., 2014; Crovetto G. , 2006)
Tabella 2. Variazione del contenuto in zuccheri in foraggi sottoposti a processi di insilamento e fienagione ( Mancinelli, 2019; Cevolani, et al., 2014)
Oltre alla quantità totale di zuccheri che viene persa, viene evidenziato in diversi studi come siano in particolare alcuni tipi di zuccheri ad essere persi: nella fienagione della segale il fruttosio diminuisce, mentre il saccarosio può diminuire nel primo periodo di essicamento ed aumentare successivamente durante l’ultima parte. (Melvin e Simpson 1963)
Nell’erba medica le perdite più consistenti sono a carico del glucosio e del fruttosio ed in parte minore del saccarosio (Sullivan 1973).
Tabella 3. Contenuto in acidi organici (g/Kg) in foraggi verdi e perdita in seguito ad insilamento (Udén, 2018)
Tabella 4. Influenza del tempo e del metodo di essicazione sul contenuto in acidi organici in fieno di medica (Formigoni, Biagi, Piva, & Pezzi, 2003)
Oltre a variare il contenuto dei singoli nutrienti uno dei maggiori problemi derivanti dalla conservazione dei foraggi è la riduzione dell’efficienza nell’utilizzo delle proteine. Ciò può essere in gran parte attribuito ad un’alterata funzionalità ruminale, influenzata a sua volta da uno sbilanciamento nei nutrienti apportati (carboidrati e proteine) nel supporto del metabolismo microbico ruminale. (Carlier, et al.; 2009)
Garantire la massima utilizzazione degli alimenti ingeriti, attraverso uno sviluppo appropriato dei batteri ruminali si traduce in un aumento dell’assunzione e in un’ottimizzazione nell’uso dei nutrienti. Per fare ciò con l’uso di foraggi essiccati o insilati si dovrebbe prendere in considerazione l’aggiunta di sostanze in grado di migliorare le fermentazioni ruminali. (Carlier, et al.; 2009)
Inoltre, un’altra caratteristica dei foraggi è rappresentata dall’enorme variabilità che si può riscontrare tra i vari lotti o nelle diverse porzioni di insilato, traducibile in una scarsa costanza nell’alimentazione del bestiame.
LA SCIENZA DIETRO I MANGIMI LIQUIDI
Tutti questi motivi ci hanno spinto negli anni a sviluppare mangimi liquidi sempre più performanti, con lo scopo di riportare in stalla tutti i benefici naturali dell’erba verde.
Vediamo assieme come sono in grado di portare queste peculiarità in stalla.
I mangimi liquidi sono studiati per ottimizzare la razione:
- Bilanciando il contenuto in zuccheri altamente disponibili
- In termini energetici
- Conferendo una maggior costanza
- Apportando importanti quantità di acidi organici
- Migliorando l’appetibilità
I mangimi liquidi Sugar Plus sono miscele di diversi zuccheri, addizionati con acidi organici ed eventualmente con glicerolo, proteina solubile e oligoelementi in funzione delle diverse necessità.
L’idea di creare miscele, piuttosto che lavorare con materia prima, è quella di garantire una miglior interazione fra i vari ingredienti. Come evidenziato dalla ricerca condotta presso l’università di Bologna, 2018, Palmonari e i suoi collaboratori in cui il mangime liquido Sugar Plus “Milker” ha avuto un risultato sulla digeribilità della fibra superiore del 10% rispetto all’utilizzo di melasso materia prima.
Tabella 5. Digestibilità in vitro iNDF rispetto ad una dieta di controllo con insilato di mais (Palmonari et al. 2020, In press).
Inoltre, le miscele Sugar Plus, sono caratterizzate anche da una costanza nutrizionale, fondamentale in una nutrizione di precisione e indispensabile per ottimizzare il reddito dell’allevatore.
Infatti, i singoli melassi, utilizzati all’interno delle miscele, si differenziano tra loro nel contenuto (vedi tabella seguente) e anche tra zuccheri provenienti dalla stessa materia prima (es. melasso di canna) è possibile trovare una variazione nel contenuto dei singoli nutrienti, in termini quantitativi. In particolare, per quel che riguarda il contenuto in zuccheri, si è notato che il saccarosio è lo zucchero più rappresentativo all’interno dei melassi di canna e di bietola. Nel melasso di canna lo troviamo in percentuali che variano da 30 a 51%, mentre nel melasso di bietola è presente in quantità variabili da 31 a 50.7%. Il glucosio e il fruttosio sono scarsamente presenti nel melasso di bietola (0.20%), mentre nel melasso di canna troviamo valori medi di 6.21% per il fruttosio e di 4.15%. per il glucosio. Oltre a questi zuccheri, son stati trovati anche galattosio, raffinosio, arabinosio e xilosio, presenti in quantità minori (Università degli Studi di Bologna, Palmonari et al. 2020, In press).
Le ragioni di queste differenze sono legate al processo di estrazione applicato o all’origine del melasso.
Tabella 6. Composizione in s.s., ceneri, C.P., zuccheri, acidi organici, DCAD e potassio. (fonti interne)
NON SOLO ZUCCHERI
Generalmente l’utilizzo di mangimi liquidi viene associato esclusivamente ad un apporto di zuccheri, ma ad oggi non sono solo questo, possono essere definiti alimenti funzionali!
In particolare, è importante tener conto anche della parte di acidi organici apportata e dei benefici che si possono trarre in stalla.
Gran parte degli acidi organici son naturalmente presenti nelle materie prime che compongono i mangimi liquidi, troviamo acido lattico in percentuali variabili tra l’1,23% e il 9,77%, acido aconitico presente all’1,1%, acido glicolico al 0,20% e tracce di acetico, butirrico, propionico, citrico, malico, formico e ossalacetico.
Gli acidi organici si possono suddividere in acidi carbossilici, normalmente presenti nei tessuti vegetali e in acidi dicarbossilici, naturalmente presenti nei foraggi verdi in quantità medie comprese tra il 4 e il 15% su s.s.
Durante i processi di insilamento e fienagione questi vengono generalmente persi, ma quali sono le loro funzionalità?
La loro prima funzionalità è quella di essere degli ottimi conservanti, in grado di garantire la sicurezza del prodotto nel tempo, ma come evidenzia Castillo et al. (Castillo, et al., 2004), quando usati in livelli ottimali si traducono in effetti positivi sulla salute e sulle performance degli animali.
Gli acidi organici, in particolare citrico e malico hanno un’importante funzione energetica entrando come intermedi nel ciclo di Krebs.
Tabella 7. Valori di energia per i differenti acidi organici (Sahoo e Jena 2012).
L’acido citrico può essere comparato al glucosio in termini energetici (Kirchgesser e Roth, 1998)., mentre l’acido propionico ha un’energia pari a 5 volte quella contenuta nel frumento (Diebold e Eidelsburger, 2006)
L’acido malico (principale acido organico presente nell’erba medica) rappresenta un importante metabolita per la flora microbica ruminale in quanto migliora l’utilizzo dell’acido lattico da parte di Selenomonas ruminantium (Evans & Martin, 1997) e di Megasphaera elsdenii (Rossi & Piva, 1999); incrementa la produzione totale di AGV, specialmente se associato ad uno zucchero come il cellulobioso (Callaway et. al., 1997), diminuisce il rapporto acetato:propionato e di conseguenza riduce la metanogenesi.
Malico, fumarico e aspartico in diversi studi han dimostrato di diminuire la metanogenesi sottraendo H2 durante la loro conversione in propionico (Newbold & Rode, 2006; Moss & Newbold, 2002; J.L.Wallace, 2007). La rimozione di H2 stimola la proliferazione di batteri cellulosolitici e la digestione della fibra (Newbold, et al., 2005).
A livello intestinale la loro dissociazione riduce il pH inibendo la crescita microbica; inoltre hanno effetti positivi sull’idrolisi delle proteine (Mroz, et al., 2000) consentendo così un utilizzo più efficiente dell’azoto (Overland, et al., 2000; Kluge et al., 2004)
Negli animali in crescita l’aggiunta di acido formico migliora la digeribilità del grasso (Partanen, 2001), incrementa la conversione alimentare (Eidelsburger, et al., 2000; Ettle et al., 2004), favorisce l’ingestione di s.s. e riduce l’incidenza di diarree (Freitag, et al., 1998)
In diversi studi, una maggior supplementazione con acidi organici ha evidenziato una maggior ingestione di alimento (fino a 1 Kg/capo/gg in più, vedi tabella 7) che si è tradotta in una maggior produzione di latte in termini di quantità e qualità (Gheller, et al., 2020; Wing, et al., 1988; Castillo, et al., 2004; Bampidis & Robinson, 2006; Ali, et al., 2013), ottenuta grazie ad una maggior efficienza microbica ruminale che ha comportato una maggior produzione di proteina microbica e ha minimizzato la produzione di metano a livello ruminale. (Newbold, et al., 2005; Sniffen, et al., 2006; Khampa & Wanapat, 2007). Nello studio di Ali et al. (2013) è stata evidenziata anche un’importante riduzione delle cellule somatiche.
Tabella 8. Aumento dell’ingestione di s.s. in diete con aggiunta (4 ml/Kg) di diversi acidi organici (FLE: acido formico, SOL: acido formico, SPE: acido propionico, PER: acido propionico); (Gheller, et al. 2020).
Un dato conclamante per quanto riguarda il concetto di riportare le caratteristiche dell’erba verde in stalla utilizzando mangimi liquidi è dato dal confronto tra le popolazioni microbiche e la produzione di AGV in vacche alimentate al pascolo e in vacche alimentate con l’aggiunta di mangimi liquidi.
In entrambi i casi si ha incremento di Butyrivibrio fibrisolvens e di Megasphaera elsdenii, mentre i batteri della famiglia Prevotellae e Metanobrevibacter tendono a decrescere.
(Mohammed, et al., 2014; Università di Bologna, in press).
Per quanto riguarda la produzione di AGV un’alimentazione con erba fresca va ad incentivare la produzione di butirrico a discapito dell’acetico e si ha una diminuzione del lattato a livello ruminale; la stessa situazione è stata evidenziata nello studio condotto presso l’Università di Bologna nel 2018 con l’impiego di mangimi liquidi (Università degli Studi di Bologna, in press).
Grafico 1. Produzione in vitro di AGV a diversi time point in seguito all’aggiunta di mangimi liquidi (Palmonari et al. 2020, in press)
Possiamo pertanto concludere dicendo che l’utilizzo di mangimi liquidi Sugar Plus riporta in stalla i benefici e le peculiarità dell’erba verde, riapportando molti nutrienti di cui i ruminanti hanno naturalmente bisogno fin dalle origini.